Considerazioni post-voto tornata elettorale del 30-5-2015.
Di Federico Menegatti.
Premessa: tutti hanno vinto, tutti hanno perso, parte il
balletto delle dichiarazioni di assoluta vittoria e soddisfazione su ogni
fronte ed in ogni partito. Il mio punto di vista è il seguente: si può trarre
la conclusione di vittoria o sconfitta relativamente agli obiettivi prefissati da
ognuno.
1. PD:
i vari esponenti della dirigenza si sono sprecati in punteggi con risultati
calcistici dal “..Renzi non si accontenterà del 6-1..” al “7-0” della Moretti
dichiarando il suo il “golden-gol”, arrivando al ridimensionamento post analisi
interne del pronostico di Renzi “..con un 4-3 abbiamo vinto..”. Rimanendo in
ambito calcistico si è partiti con un pregresso 5-0 e un ritorno 0-2, ossia, considerando
che Puglia-Liguria-Toscana-Marche-Umbria sono sempre state regioni “rosse”, era
difficile pensare di fare peggio, visto anche le alleanze allargate e le
inossidabili liste civetta collegate. Un “5-2” finale, contando la vittoria di
De Luca in attesa della Severino, in base agli obiettivi prefissati è un “promosso,
ma rimandato per recuperare a settembre”. Dov’è finito il 41% delle
Europee?!?!? A me qualche dubbio sorge.
2. Centrodestra:
dentro a questo schieramento ormai c’è tutto ed il contrario di tutto, nel
recente passato tutti si sono frazionati per poter mettersi in mostra e
dimostrare il proprio valore (peso) personale, ma la risposta definitiva è “l’unione
fa la forza”. Con un l’obiettivo prefissato di vincere il 3 regioni
(presumibilmente Puglia, Liguria, Campania) il centrodestra può dichiararsi sconfitto
in quanto ha potuto festeggiare nella sola Liguria, storica roccaforte “rossa”.
Chi ha individuato l’obiettivo del centrodestra ha effettuato un grave errore e
comunque molto superficiale sovrastimando la propria “potenza di fuoco” frammentata
tra partitini e personalismi.
3. Lega
Nord: cavalca con maestria l’onda del malcontento che tocca direttamente al
gente. L’obiettivo prefissato, in questo caso, è stato quello di entrare nelle
regioni del Centro Italia. Obiettivo raggiunto, la Lega è entrata in
Toscana-Marche-Umbria (in certi casi con l’aiuto di FDI) con percentuali
notevoli. La vittoria in Veneto era pressoché scontata quindi neanche tra gli
obiettivi reali.
4. MoVimento
5 Stelle: rimasti coerenti con sé stessi, hanno continuato a combattere per il
raggiungimento dei traguardi importanti e tutti in favore dei cittadini (legge
contro gli ecoreati, reddito di cittadinanza, microcredito, taglio degli
stipendi, legge “palazzi marini”, battagli per la chiusura di equitalia, contro
il finanziamento pubblico ai partiti e all’editoria, ecc…) l’impegno sul campo
paga. L’obiettivo pre-voto era quello di entrare in tutte le regioni di questa
tornata. Obiettivo raggiunto, primo partito in Campania e secondo partito a
livello nazionale; gli exit-poll per qualche minuti hanno dato la candidata
ligure in battaglia con Toti, è finita con un quasi 25% senza nessuna alleanza
e/o compromesso.
5. Il
vero vincitore è l’astensionisto: il 50% non ha votato sfiduciando tutta la
compagine politica attuale; vuoi per i media schierati, vuoi per disaffezione,
vuoi per altri problemi e disinteresse, gli italiani non ritengono utile utilizzare
lo strumento del voto per trovare una soluzione ai problemi che affliggono il
nostro paese.
Analizzando i genericamente i numeri con la precedente
tornata elettorale si può notare che:
-
Il PD abbia vinto pur perdendo molti elettori
-
Il Centrodestra ha perso con ampio tracollo di
voti
-
Lega Nord (con Fratelli D’Italia) sia in fase di
forte ascesa
-
MoVimento 5 Stelle nel 2010 non c’era quindi non
è confrontabile ma, con un 22% in media, si conferma seconda forza politica
italiana.
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