venerdì 27 settembre 2013

Comunicato politico n°1

Nell’anno che verrà ci saranno molti cambiamenti.
La traccia che hanno lasciato, indelebile, i personaggi e le oligarchie del potere ancora oggi al comando, le élite indaffarate al mantenimento dei loro privilegi, sorde a qualsiasi segnale proveniente dal popolo, difficilmente potranno essere cancellate a breve termine; lo scempio, protratto per decine di anni e, nell’ultimo ventennio, divenuto epocale, ha ridotto questo Paese ad una larva, inerme al continuo massacro perpetrato e voluto dai signori che tutt’oggi occupano gli scranni del Palazzo.

Il lavoro è immane, ma non ci dobbiamo spaventare; resta l’incognita del non cambiamento: se ciò si dovesse verificare il peggioramento è assicurato; in mano alle élite la situazione precipiterà sempre più sotto i colpi di una tassazione iniqua, di un welfare di facciata che affonda i suoi artigli nell’assistenzialismo e divora le carni di inermi cittadini che non hanno altra colpa se non quella di essere caduti in disgrazia proprio a causa del malaffare che imperversa nel Palazzo.

Essi, i politicanti, gli “onorevoli”, godono della sofferenza e disperazione del Popolo; ne traggono la linfa vitale che compiace i loro padroni, le élite bancarie e finanziarie che stanno facendo terra bruciata su qualsiasi nazione sulla quale siano riuscite a stendere la loro mano, annodando a filo doppio classe dirigente politica e tirandone le fila come burattini.
Non facciamoci più incantare dal teatrino mediatico che distoglie l’attenzione dal vero problema con temi spesso talmente superficiali da essere stupidi!

Mentre si parla di Berlusconi, mentre Boldrini butta soldi per cose inutili come la carta intestata, mentre le dichiarazioni dei vari leader si sprecano sul nulla e la nostra mente è occupata in questioni razziali che nulla hanno di vero se non la disperazione di chi prova a scappare da paesi resi invivibili proprio dal ricco occidente, la politica fa passi indietro di decine di anni, i diritti vengono calpestati ed annullati poi dimenticati. La predazione del nostro Paese è cominciata e ancora troppa gente non pare essersene resa conto o pare non curarsene troppo, come se non la riguardasse. È così che comincia: lo Stato si svuota di significato attraverso l’annichilimento dei singoli che cessano di essere Stato, si rifugiano in un individualismo egoistico per poi emigrare o rendersi partecipi, nella sottomissione, allo scempio dei nostri beni.

Ecco perché nell’anno che verrà ci saranno molti cambiamenti: o ci sveglieremo e cominceremo a contestare questa politica, smettendo di mettere le nostre vite nelle loro mani, o finiremo a forconi e manganelli nelle strade, senza un soldo in tasca con da mangiare la disperazione di chi abita in un Paese senza diritti, senza lavoro! Un Paese che butta centinaia di miliardi in opere inutili ed armamenti difettosi, che accetta un debito iniquo aggravato dall’aver ceduto la sua sovranità ed il suo diritto a rivendicare un trattamento più equo per i suoi cittadini, un Paese stritolato nella morsa di un’Europa sempre più a misura di Banca sempre meno interessata a costruire un luogo dove le persone possano vivere in armonia tra di loro, sganciate dalla vessazione e dalla dipendenza delle superpotenze, pronte in ogni momento ad usare la forza per accaparrarsi zone strategiche e risorse.

NOI SIAMO IL CAMBIAMENTO E SOLO NOI POTREMO ATTUARLO. DOBBIAMO MANDARLI A CASA E PRENDERE IN MANO LE REDINI DELLA NOSTRA VITA!