Nell’anno che verrà ci saranno molti cambiamenti.
La
traccia che hanno lasciato, indelebile, i personaggi e le oligarchie
del potere ancora oggi al comando, le élite indaffarate al mantenimento
dei loro privilegi, sorde a qualsiasi segnale proveniente dal popolo,
difficilmente potranno essere cancellate a breve termine; lo scempio,
protratto per decine di anni e, nell’ultimo ventennio, divenuto epocale,
ha ridotto questo Paese ad una larva, inerme al continuo massacro
perpetrato e voluto dai signori che tutt’oggi occupano gli scranni del
Palazzo.
Il
lavoro è immane, ma non ci dobbiamo spaventare; resta l’incognita del
non cambiamento: se ciò si dovesse verificare il peggioramento è
assicurato; in mano alle élite la situazione precipiterà sempre più
sotto i colpi di una tassazione iniqua, di un welfare di facciata che
affonda i suoi artigli nell’assistenzialismo e divora le carni di inermi
cittadini che non hanno altra colpa se non quella di essere caduti in
disgrazia proprio a causa del malaffare che imperversa nel Palazzo.
Essi,
i politicanti, gli “onorevoli”, godono della sofferenza e disperazione
del Popolo; ne traggono la linfa vitale che compiace i loro padroni, le
élite bancarie e finanziarie che stanno facendo terra bruciata su
qualsiasi nazione sulla quale siano riuscite a stendere la loro mano,
annodando a filo doppio classe dirigente politica e tirandone le fila
come burattini.
Non
facciamoci più incantare dal teatrino mediatico che distoglie
l’attenzione dal vero problema con temi spesso talmente superficiali da
essere stupidi!
Mentre
si parla di Berlusconi, mentre Boldrini butta soldi per cose inutili
come la carta intestata, mentre le dichiarazioni dei vari leader si
sprecano sul nulla e la nostra mente è occupata in questioni razziali
che nulla hanno di vero se non la disperazione di chi prova a scappare
da paesi resi invivibili proprio dal ricco occidente, la politica fa
passi indietro di decine di anni, i diritti vengono calpestati ed
annullati poi dimenticati. La predazione del nostro Paese è cominciata e
ancora troppa gente non pare essersene resa conto o pare non curarsene
troppo, come se non la riguardasse. È così che comincia: lo Stato si
svuota di significato attraverso l’annichilimento dei singoli che
cessano di essere Stato, si rifugiano in un individualismo egoistico per
poi emigrare o rendersi partecipi, nella sottomissione, allo scempio
dei nostri beni.
Ecco
perché nell’anno che verrà ci saranno molti cambiamenti: o ci
sveglieremo e cominceremo a contestare questa politica, smettendo di
mettere le nostre vite nelle loro mani, o finiremo a forconi e
manganelli nelle strade, senza un soldo in tasca con da mangiare la
disperazione di chi abita in un Paese senza diritti, senza lavoro! Un
Paese che butta centinaia di miliardi in opere inutili ed armamenti
difettosi, che accetta un debito iniquo aggravato dall’aver ceduto la
sua sovranità ed il suo diritto a rivendicare un trattamento più equo
per i suoi cittadini, un Paese stritolato nella morsa di un’Europa sempre
più a misura di Banca sempre meno interessata a costruire un luogo dove
le persone possano vivere in armonia tra di loro, sganciate dalla
vessazione e dalla dipendenza delle superpotenze, pronte in ogni momento
ad usare la forza per accaparrarsi zone strategiche e risorse.
NOI SIAMO IL CAMBIAMENTO E SOLO NOI POTREMO ATTUARLO. DOBBIAMO MANDARLI A CASA E PRENDERE IN MANO LE REDINI DELLA NOSTRA VITA!